Il rapporto sul lavoro USA è stato alquanto deludente e i dati resi noti hanno allontanato almeno per il momento la possibilità che la Federal Reserve decida di alzare il costo del denaro in occasione della riunione promessa per i giorni 20 e 21 settembre. Questa è l’opinione degli analisti e degli economi internazionali, alla luce di dati che parlano di 151mila posti di lavoro creati al posto degli attesi 180mila e di un tesso di disoccupazione che per il terzo mese di fila si è assestato al 4.9%.
Chi desidera ‘percentualizzare’ le possibilità di un rialzo del costo del denaro vede ora profilarsi il 12% contro il 24% stimato ante pubblicazione dei dati sulla condizione del mercato del lavoro USA. E se la scelta di aumentare il costo del denaro andasse al mese di dicembre, la percentuale di possibilità che ciò accadesse si sono assestate al 51.2% contro il precedente 57.6%.
L’attesa per la riunione della Federal Reserve è quindi calata, ma è in crescita il fermento per la riunione della Banca Centrale Europea che avrà luogo l’8 settembre e per la conseguente conferenza stampa del governatore Mario Draghi. Gli analisti sono infatti convinti che la BCE andrà ad estendere il suo programma di acquisto degli asset per altri sei mesi di tempo e che si impegnerà a rilanciare delle previsioni aggiornate che potrebbero ‘smuovere’ felicemente il mercato.
Le dichiarazioni che erano state fatte a luglio sono, infatti, parse troppo stanche e troppo poco decise, quindi il mercato intero attende che il governatore e l’organo che egli rappresenta siano in grado di dare ai mercati una buona e forte risposta in previsione dell’inizio autunno 2016. La riunione della BCE si lega inoltre ad un evento molto importante e che si propone di ‘scaldare’ gli animi dei mercati di questo inizio settembre. Si tratta del vertice G20 che avrà luogo ad Hangzhou, in Cina fino al 5 settembre. Il vertice si propone, infatti, di analizzare nel dettaglio il clima economico internazionale e di analizzare le incertezze post Brexit considerando i rapporti fra il Vecchio Continente e gli stati asiatici.