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Petrolio: Opec taglia la produzione di 1,2 milioni di barili


L’Opec ha deciso di tagliare la produzione di 1,2 milioni di barili al giorno. Prezzi al momento stabili ma il mercato rimane scettico sulle prospettive future dell’oro nero.

Opec taglia la produzione dal 1° gennaio 2019

L’Opec ed i 10 paesi esterni al cartello guidati dalla Russia, hanno deciso di tagliare la produzione di 1,2 milioni di barili al giorno a partire dal primo gennaio 2019.

Si è concluso da poche ore un complicato vertice di Vienna, carico di tensioni dopo che nei giorni scorsi il Qatar aveva comunicato l’addio all’organizzazione dei produttori dopo oltre mezzo secolo di appartenenza.

L’atmosfera che si respirava nella Capitale austriaca non era delle più idilliache. I Delegati dei 24 paesi hanno dovuto superare 2 principali ostacoli prima di arrivare ad una soluzione, più o meno condivisa da tutti.

Da un lato il presidente Donald Trump che spingeva per lasciare invariati i livelli di output, alla fine non accontentato, dall’altro l’Iran che chiedeva l’esenzione dai tagli, poi ottenuta.

Alla fine ha avuto il sopravvento il taglio per circa 800mila barili al giorno per i paesi Opec e per 400mila della Russia e dei suoi alleati, corrispondenti ad una riduzione dell’1% della produzione totale.

Petrolio prezzi e previsioni

La decisione maturata a Vienna secondo gli analisti non viene però ritenuta idonea per la risalita dei prezzi del greggio.Gli esperti la considerano una misura insufficiente per contrastare l’eccesso di offerta, per cui sarebbe stato necessario un intervento più robusto, almeno pari a 1,5 milioni di barili.

Un taglio peraltro non condiviso dal ministro dell’Energia russo, Alexander Novak, il quale ha sottolineato che risulterà complicato ridurre le estrazioni di greggio in previsione del freddo inverno che attende il suo paese.

L’Arabia Saudita, primo paese tra i produttori Opec, nel corso del vertice è apparsa influenzata dalle pressioni provenienti d’Oltreoceano di non modificare i livelli attuali. Alla fine l’Iran non solo ha ottenuto l’esenzione dai tagli ma ha avuto la meglio nella decisione di riduzione dell’output,  soddisfatta per aver contribuito a fare uno “sgambetto” a Trump.

Dai primi di ottobre, il prezzo del Brent è crollato di circa il 30%, passando da 85 dollari al barile a poco più di 60 dollari.

Al momento sui mercati il WTI viene scambiato in calo dello 0,48% a 52,36 dollari mentre il Brent è in rialzo dello 0,19% a quota 61,79 dollari al barile.

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