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Brexit: Fmi taglie stime Pil

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A causa della Brexit il Pil dell’Italia crescerà dello 0,9 per cento nel 2016 e dell’1,0 per cento nel 2017. È quanto reso noto dal Fondo Monetario Internazionale.

Pil 2016

Sono state riviste al ribasso le stime di crescita italiane di 0,1 punti percentuali sia per il 2016 che per il 2017. Il Fmi tiene a sottolineare che a pesare è soprattutto la Brexit, il motivo principale di taglio delle previsioni di crescita anche a livello globale.

L’Istituto di Washington rivede infatti al ribasso le stime al rialzo della intera economia dopo la Brexit, ritenuta un considerevole rischio per tutti i settori economici.

Il Pil globale aumenterà nel 2016 del 3,1 per cento, ovvero 0,1 punti percentuali in meno rispetto alla precedente previsione di aprile. Nel 2017 è stimato un rialzo del 3,4 per cento, pari a 0,1 punti percentuali in meno rispetto a quanto annunciato in precedenza.

La Brexit viene considerata dal Fmi come la causa di accrescimento dell’incertezza economica e politica, in particolar modo per l’Unione Europea.

Con riguardo al solo 2016 e all’area euro, il Fondo prevede un pil in crescita dell’1,6 per cento, 0,1 punti percentuali in più rispetto alla precedente analisi. Vengono però tagliate le previsioni per il 2017, attese a quota 1,4 per cento e dunque pari a 0,2 punti in meno.

Un impatto negativo della Brexit nell’area euro è stimato soprattutto nel corso del 2017.

Sistema bancario europeo

L’Organizzazione di Washington, fino al referendum dello scorso 23 giugno, era convinta di rivedere al rialzo le stime dell’economia globale. La Brexit invece inciderà in misura marcata sulle economie avanzate mentre influenzerà poco quelle emergenti.

Da segnalare tra i singoli paesi che il taglio più consistente viene riservato proprio al Regno Unito, atteso a un +1,7 per cento del Pil quest’anno, ovvero 0,2 punti percentuali in meno rispetto alle previsioni dello scorso mese di aprile. Una discesa ancora più marcata in suolo britannico si attende nel 2017, all’1 per cento, ben 0,9 punti percentuali in meno rispetto alle precedenti stime.

In evidenza, tra l’altro, nel report del Fondo Monetario internazionale, anche le maggiori debolezze riscontrate nel sistema bancario europeo, con vulnerabilità evidenti soprattutto in Italia e Portogallo. L’organizzazione di Washington ha pertanto lanciato un invito ad agire piuttosto velocemente e con decisione per assicurare il corretto consolidamento di tutto il sistema finanziario.

Ricordiamo che di recente anche la Commissione Ue aveva stimato una crescita del Pil in rallentamento nel 2016 nell’area euro, dal precedente 1,9 per cento a quota 1,7 per cento-1,8 per cento.

Per tali motivi il Fmi invita i governi ad attuare, nel più breve tempo possibile, tutti gli opportuni interventi per contrastare in maniera efficace gli effetti del post Brexit.

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