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Il Dax : la Grecia si fa sentire ancora

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Pochi i benefici sull’indice di riferimento del mercato tedesco, il Dax, e soprattutto in relazione al mercato future che risente molto delle aspettative degli investitori e del sentiment.

In particolare, è da considerare che l’indice ha certamente risentito del clima di pesantezza politica che ha guastato l’avvio generale di buona parte dei listini europei. E’ quello che tutti ora chiamano l’effetto Grecia, nell’attesa dell’esito elettorale e delle decisioni del nuovo leader politico. Se si tratterà di Tsipras, la Merkel fa sapere tramite portavoce che non accetterà eventuali mancanze al patto europeo: l’unione è irrevocabile.

Messaggio politico che ha fatto il giro, non riguardando solo e solamente la Grecia ma anche tutti gli altri paesi europei che hanno intenzione ad uscire dall’Europa, magari coalizzandosi tra di loro.

Quindi, forti incertezze che si riversano sull’indice causando forti dubbi agli analisti tecnici sull’effettiva direzione di trend, in senso ribassista o rialzista. Sono stati individuati, però, dei punti critici a partire dai quali pronosticare un’inversione di tendenza. Il supporto critico è stato individuato attorno a 9.200 punti. Oppostamente il primo livello di resistenza è stato fissato a quota 9700, livello che è stato prodigiosamente superato nella giornata di oggi, grazie alle ultime comunicazioni sui fondamentali economici della Germania (ultima, la discesa del tasso di disoccupazione ai minimi storici).

Oggi l’indice si attesta a quota 9837 rispondendo bene al primo segnale di resistenza ed alle previsioni di analisi tecnica, anche oltre il livello che ci si attendeva.

Tale livello è stabile o sarà soggetto ad ulteriori sforamenti ribassisti verso ulteriori target di osservazione? Tutto certamente dipenderà dalle ultime notizie economiche e dalle decisioni della Bce.

Certamente, siamo in tutta l’area euro in pieno contesto deflattivo e si rende necessario il “Quantitative Easing”, più volte proposto da Draghi, sempre “preso al guinzaglio” dell’Europa, al punto che è cominciato quasi a trapelare una vaga voce di una sua sostituzione. Bufala o no, il fatto è che Draghi non riesce ad essere così influente per i vertici Ue, essendo ormai l’Italia non più nella rosa degli Stati efficienti e propulsori per lo sviluppo dell’Unione Europea.

La Germania è sempre vista come la punta di diamante dell’Unione ed è chiaro che ogni comunicazione interna all’Unione Europea abbia dei riflessi sul terreno generale di borsa ed, in particolare, anche sul listino tedesco.

L’apertura dei mercati non si è mostrata tutta “rose e fiori” all’inizio del 2015 inaugurando un inizio molto ombroso anche per Piazza Affari. Le azioni sono quelle che stanno generando più degli altri titoli il consueto effetto altalena che ci siamo quasi disabituati a considerare come un’anomalia ma è certamente segno di instabilità nei mercati, un po’ per fattori politici un po’ per fattori economici.

Si pensa ragionevolmente che la performance positiva del listino tedesco non possa durare veramente a lungo e che prima o poi il boomerang delle incertezze si riverserà anche sul listino azionario tedesco, andando ad incidere certamente sul Dax.

In questi contesti, gli indici ci aiutano molto di più degli asset che sono riferiti ad una singola azione, dato che consentono di prendere in considerazione un baricentro più o meno equilibrato di elementi che, chi più chi meno, determinano il risultato finale. Se il rinnovato clima generale è negativo anche il Dax sarà caratterizzato da un andamento implosivo, dato che più valori inferiori alla media abbassano la media. E l’indice è pur sempre una media, a prescindere dalle discrezionalità modalità di computo degli indicatori.

Gli analisti tecnici sono in attesa riguardo alle indicazioni che potranno trasparire dagli indici e preferiscono fare trend following, ovvero seguire il mercato e cercare di entrare una volta raggiunti determinati punti critici.

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