Il calo delle scorte Usa e la delicata situazione in Iran spingono il prezzo del petrolio verso i massimi delle ultime due settimane.
Petrolio, prezzi in rialzo
Il prezzo del petrolio prosegue la sua corsa verso l’alto e raggiunge i massimi delle ultime due settimane. Il Brent ha oltrepassato la soglia dei 75 dollari al barile ed il WTI dei 68 dollari.
Tra i motivi che hanno spinto al rialzo le quotazioni della materia prima, innanzitutto il forte calo di scorte dello shale oil statunitense.
L’agenzia americana per l’energia ha comunicato che le scorte di petrolio degli Stati Uniti sono diminuite nella scorsa settimana di 5,2 milioni di barili, un dato di molto superiore a quanto atteso dagli analisti.
In scia a queste notizie, il prezzo del Brent e del WTI hanno raggiunto i massimi di agosto.
Gli esperti hanno messo in risalto che la crescita dell’oro nero è stata favorita anche dalle quotazioni deboli del dollaro di quest’ultimo periodo, dopo gli attacchi del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, contro la politica monetaria adottata dalla Federal Reserve.
Petrolio, Iran e produzione Opec
I timori di un calo delle esportazioni di petrolio dell’Iran, in replica alle nuove sanzioni degli Stati Uniti, contribuisce a spingere in alto il prezzo della materia prima.
Secondo gli ultimi rumors sarebbero già diverse le società europee ad aver ridotto gli approvvigionamenti di greggio da Teheran.
Ricordiamo che il paese asiatico è il terzo produttore Opec e proprio all’interno del cartello si segnala l’acuirsi delle tensioni tra gli stessi paesi membri.
L’Arabia Saudita invece di aumentare l’output come previsto, ha ridotto la produzione a luglio. In Venezuela la situazione sul fronte energetico si mantiene piuttosto incandescente a seguito della profonda crisi economica che sta attraversando il paese.
A tutto questo bisogna aggiungere i timori di un rallentamento della domanda di greggio a seguito delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina. Lo scorso week end nessun passo avanti è stato fatto nelle trattative tra i due paesi.
Gli analisti sottolineano che a fare da corollario alla situazione rovente sui mercati di materie prime, rimane sempre una domanda di greggio superiore alle scorte.
Al momento il prezzo del Brent viene scambiato in ribasso dello 0,11 per cento a 74,11 dollari al barile ed il WTI in calo dello 0,22 per cento a 68,57 dollari.