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Petrolio: previsioni rialziste 2019

A seguito della decisione di Donald Trump di ritirare gli Stati Uniti dall’accordo nucleare con Teheran, si prevedono dure conseguenze per le società estrattrici di gas naturale nel bacino del West Texas. Gli analisti ritengono che l’aumento della produzione, strettamente legata alla crescita dei prezzi, potrebbe spingere la materia prima verso un ulteriore eccesso dell’offerta. Previsioni largamente rialziste degli esperti di Bofa per il 2019, anche se al momento le quotazioni tornano in territorio negativo.

Petrolio e gas naturale

Il prezzo del petrolio potrebbe toccare nel 2019 quota 100 dollari al barile. È quanto sostenuto dagli esperti di Bank of America. Il WTI è previsto spingersi oltre tale soglia psicologica dopo aver raggiunto nelle ultime sedute i massimi da tre anni e mezzo. La crescita delle quotazioni del greggio avrà come principale conseguenza l’aumento della stessa produzione in alcune aree del territorio a Stelle e Strisce, fra cui l’importante bacino del West Texas.

È questa l’area più produttiva della materia prima per gli Stati Uniti. Attesa però una negativa ripercussione per il mercato del gas.

Una parte di esperti ritiene infatti che proprio i prezzi del gas naturale subiranno un crollo delle quotazioni, con conseguenze che si riveleranno critiche per le società esploratrici, costrette a bruciare l’eccesso di forniture. Il verificarsi di una notevole disparità nelle forniture di greggio su scala globale e la crescita dei prezzi produrrà dunque effetti negativi per le principali società di gas naturale.

Petrolio prezzi e quotazioni attuali

Il prezzo del petrolio al momento viene scambiato in calo sui mercati asiatici.

Il motivo principale è da ricercarsi nell’aumento dei pozzi attivi negli Usa. Gli analisti tengono comunque a sottolineare che gli stessi ribassi sono stati rallentati dalle tensioni geopolitiche nate a seguito delle questioni legate al nucleare iraniano.

Dopo i repentini rialzi registrati nell’ultima settimana, con il greggio salito ai massimi dal 2014, nelle ultime ore le quotazioni hanno invertito la rotta. L’accordo nucleare con Teheran, con possibili nuovi sanzioni, e l’arrivo dei nuovi dati delle attività di perforazione negli Stati Uniti, hanno influito, al ribasso, sui prezzi dell’oro nero.

Nello specifico, al momento le quotazioni di petrolio sui mercati registrano un calo generalizzato, con il Brent che sta perdendo lo 0,62 per cento a quota 76.64 dollari ed il WTI in ribasso dello 0,50 per cento a 70.35 dollari al barile.

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