Il petrolio in calo nelle ultime sedute, con il WTI scambiato al di sotto della soglia dei 60 dollari al barile. Le scorte negli Stati Uniti continuano ad aumentare. I timori di nuovi esuberi delineano all’orizzonte nuovi tagli alla produzione dell’Opec ma non tutti sembrano essere d’accordo.
Petrolio quotazioni in discesa
Il greggio prosegue nell’ondata di ribassi, con il WTI scambiato sotto quota 60 dollari al barile ed il Brent intorno ai 70 dollari. La materia prima ha perso oltre il 20 per cento dai massimi registrati dodici mesi fa.
Da un lato l’indebolimento dell’economica globale, dall’altro l’aumento delle scorte degli Stati Uniti ad influenzare negativamente il prezzo del petrolio. Gli ultimi dati provenienti dall’EIA confermano la crescita delle scorte dello shale oil americano ben oltre le stime degli analisti. La scorsa settimana sono aumentate di 5,7 milioni di barili, superando le previsioni degli esperti attese a quota 3,2 milioni.
I mercati appaiono nervosi anche a seguito della decisione di Donald Trump di escludere otto paesi dalle sanzioni all’Iran e permettere loro di acquistare ancora greggio da Teheran. La crescita delle scorte ed i timori per gli esuberi della materia prima si fanno sempre più realistici, alimentando il crollo delle quotazioni. In concomitanza con l’entrata in vigore delle sanzioni iraniane, i prezzi del greggio erano aumentati ma gli ultimi eventi li hanno riportati giù, su livelli che non si registravano da diversi mesi.
Petrolio nuovi tagli alla produzione?
Il mercato del petrolio in fermento in vista della prossima riunione Opec di dicembre. Gli analisti si attendono nuovi tagli alla produzione ma non tutti i paesi membri sembrano essere d’accordo.
A tal proposito l’Arabia Saudita e la Russia rimangono cauti dopo il recente vertice di Abu Dhabi del Comitato dei Paesi Opec e non Opec. Il ministro saudita Khalid Al-Falih ha dichiarato che è troppo presto per parlare di tagli alla produzione. Stessa linea di pensiero anche per il numero uno dell’Energia degli Emirati, Suhail Al Mazrouei, e per il ministro russo, Alexander Novak.
Dal vertice emergono però alcune divergenze. Il ministro dell’Oman, Mohammed Al-Rumhy, ritiene auspicabile un taglio alla produzione di 1 milione di barili al giorno.
Al momento il petrolio è in ripresa sui mercati internazionali, con il Brent scambiato in progresso del 2,12% a 71,67 dollari ed il WTI in rialzo dell’1,68% a 61,2 dollari al barile.