Le previsioni sul prezzo del petrolio sono in deciso rialzo. Per l’ultimo trimestre dell’anno diversi gli analisti che hanno alzato le stime, anche per effetto delle sanzioni all’Iran a partire dal prossimo novembre. A breve ci si attende una impennata delle quotazioni ma non viene escluso, ad inizio 2019, un nuovo crollo del valore del barile per le difficoltà che incontreranno i paesi emergenti. C’è chi però prevede differenti scenari, come gli analisti di Goldman Sachs.
Petrolio stime al rialzo
Il petrolio nelle ultime sedute ha toccato i massimi dal 2015, con il Brent oltrepassare la soglia degli 80 dollari al barile.
Nei giorni scorsi diversi gli analisti che hanno alzato le stime sul prezzo del greggio.
Bank of America Merrill Lynch, ad esempio, prevede nel 2019 un Brent compreso nel range tra 75 a 80 dollari al barile, con picchi di 100 dollari nel secondo trimestre del prossimo anno.
Si ritiene probabile una repentina crescita dei prezzi e successivi ribassi delle quotazioni. Il motivo è da ricercarsi nelle economie dei Paesi emergenti. Con livelli di greggio oltre la soglia dei 100 dollari, sarebbero costretti a ridurre le importazioni. In realtà già alle quotazioni attuali diverse società di raffinazione asiatiche hanno imposto tagli sull’import, chiedendo ripetutamente l’intervento dell’Opec per porre nuove misure al rialzo dei prezzi.
Le sole sanzioni all’Iran, secondo gli analisti di Bank of America Merrill Lynch, impatteranno sulla produzione di greggio per un ammontare pari a 1,5-2 milioni di barili all’anno, a cui seguirà un immediato aumento dei prezzi.
Petrolio stime al ribasso
Goldman Sachs non è per nulla d’accordo con le diffuse prospettive rialziste e non ritiene possibile un aumento del prezzo oltre i 100 dollari al barile.
Secondo le previsioni della banca statunitense, le sanzioni all’Iran non saranno da sole sufficienti a spingere il prezzo del greggio così in alto.
Gli analisti di Goldman Sachs mettono in risalto come a compensare i tagli imposti a Teheran interverrà la produzione di altri Paesi dell’OPEC, ad iniziare dall’Arabia Saudita. Il principale alleato esterno al cartello, la Russia, è pronta a contribuire con le sue scorte.
Secondo la banca Usa, i prezzi del Brent rimarranno per questa fine dell’anno compresi nel range di 70-80 dollari al barile.
Al momento il Brent viene scambiato in rialzo dello 0,56% a 83.19 dollari ed il WTI
in progresso dello 0,40% a 73.54 dollari.