A fronte delle recenti news macroeconomiche Europee, sembra ben chiaro che l’Economia Europea sia finalmente entrata in territorio verde, con una moderata ripresa in numerosi settori.
Ma che cosa sta letteralmente “guidando” questa ripresa, e perché molti paesi ne sono stati purtroppo tagliati fuori?
Il Greggio, il Petrolio, l’Oro Nero, sembrerebbe essere in parte la risposta a questo quesito. Il recente declino del Greggio sui mercati, ha messo in serio pericolo la crescita degli States (tra i primi produttori di Petrolio) e inoltre ha diminuito sensibilmente i costi operativi, e inoltre ha aumentato sensibilmente i consumi per l’Europa (che in realtà di petrolio non ne produce affatto, anzi, pochissimo rispetto a paesi come gli Stati Uniti).
L’effetto è stato quindi di uno spostamento di interesse verso l’economia Europea, a spese degli Stati Uniti d’America. I segni di un reale recupero dell’economia Europea è indubbio, e ormai non può più essere ignorato.
I dati rilasciati lo scorso Martedì, dimostrano che in Aprile, la disoccupazione spagnola è caduta al ritmo più veloce di sempre, quasi 119 mila persone in meno erano in cerca di lavoro. Questo è stato senza dubbio un dato molto soddisfacente, se comparato con il declino medio di 25k al mese negli scorsi 7 anni.
La Merrill Lynch, più specificatamente i suoi analisti, hanno chiamato l’Europa come “La parte più splendente dell’Atlantico, per una volta.”
Le aziende Europee stanno avendo dei profitti netti in aumento per la prima volta in 4 anni.
Ma cosa sta permettendo all’Europa di raggiungere questi livelli, e perché soltanto l’Europa sta facendo bene?
L’ultimo report di BAML suggerisce che gli Stati Uniti stanno facendo fatica per gli stessi motivi per i quali in questo momento l’Unione Europea sta facendo molto bene. Il Petrolio è senza dubbio uno degli agenti scatenanti di questa disparità momentanea.
Le forze che stanno fermando la crescita negli Stati Uniti, sono le stesse forze che stanno permettendo la crescita in Europa:
- Il movimento dei prezzi del petrolio è per adesso negativo negli States, e dato l’impatto molto pesante che questa situazione sta avendo negli Stati Uniti a causa dei grossi investimenti fatti nel settore energentico.
- Il secondo e ultimo fattore, sono anche gli effetti ovvi che ci sono stati sul tasso di cambio.
Secondo il The Economist, la caduta nei prezzi del petrolio ha tagliato di netto gli investimenti nelle piattaforme petrolifere e strutture simili di un 60% su base annua, soltanto nel primo quarto. Questo è l’equivalente a un -0.8% soltanto nel PIL.
Resta da capire, per noi consumatori italiani, il motivo per il quale i prezzi alle pompe di benzina non sono poi calati così tanto. Sembra che i vantaggi vadano più alle casse dello Stato, che all’Economia in generale.