Il vertice tra i membri Opec ed i principali paesi produttori si è concluso positivamente. Raggiunta l’intesa per un aumento di 1 milione di barili al giorno. Gli osservatori sottolineano come non tutti saranno in grado di accrescere la produzione.
Petrolio, aumento produzione “nominale”
Al vertice di Vienna tra i membri Opec ed i principali paesi produttori, si è trovato un accordo per aumentare la produzione di petrolio di 1 milione di barili al giorno. La Russia, con altri 9 Paesi esterni al cartello, ha ratificato l’intesa con l’Organizzazione per fornire più greggio al mercato.
Non sfugge però ai più attenti osservatori che nel documento siglato nella Capitale austriaca, è stata inserita la dicitura “nominale”: un milione di barili al giorno saranno nella realtà dei fatti soltanto 600mila. Non tutti i paesi possono infatti garantire allo stato attuale un aumento di simile portata.
Nel corso del meeting si è assistito all’Arabia Saudita che spingeva verso un incremento da un milione di barili al giorno, con i paesi dell’Iran,Venezuela, Nigeria e Libia che avevano fissato un tetto massimo a 600mila.
L’intesa veniva trovata in maniera formale sulla base di 1 milione di barili in più al giorno ma in concreto pari a 600mila. È stato lo stesso ministro saudita dell’Energia, Khalid Al-Falih, ad annunciare ai presenti il raggiungimento dell’accordo da un milione di barili al giorno “nominali”.
Domanda petrolio: scenari e quotazioni
Nei prossimi anni la domanda di petrolio continuerà a rimanere elevata, spinta dalla maggiore richiesta proveniente dalle cosiddette economie emergenti, con in testa gli importanti mercati di Cina e India.
Gli analisti tengono però a sottolineare che nel corso degli ultimi cinque anni, il settore che si occupa della ricerca di nuovi giacimenti di greggio, ha registrato pesanti tagli a seguito del crollo dei prezzi. Una situazione che ha causato una marcata riduzione delle scorte, pur continuando la domanda a rimanere piuttosto sostenuta.
Gli stessi esperti sono concordi nel ritenere che al momento, all’interno dell’Opec, l’unico Paese che può aumentare la produzione è l’Arabia Saudita mentre al di fuori del cartello soltanto la Russia. Il motivo dell’azione congiunta dei due alleati sarebbe evidente: acquisire quote di mercato sottraendole ai paesi che attraversano difficoltà nell’accrescere la produzione.
Al momento sui mercati il prezzo Brent è in calo dell’1.18% a 74.66 dollari mentre il WTIè in progresso dello 0.20% a 68.72 dollari al barile.