In calo i prezzi ed i consumi di oro nel primo trimestre dell’anno. Scende la domanda globale del 7 per cento rispetto al 2017. È quanto comunicato dal World Gold Council (Wgc). La richiesta di gioielli diminuisce in India mentre aumenta in Cina.
Oro, quotazioni prezzi e stime
Le quotazioni di oro sono diminuite nei giorni scorsi ai minimi del 2018, tornando in area 1.300 dollari l’oncia. I prezzi della materia prima, nel corso di questa prima parte dell’anno, hanno soltanto registrato qualche isolata spinta al rialzo, portandosi anche al di sopra dei 1360 dollari ma oscillano ormai da mesi nel range 1300-1360 dollari. Ad influenzare in misura marcata le quotazioni del metallo giallo, la stretta monetaria degli Stati Uniti ed il rafforzamento del dollaro.
A far riprendere la corsa al rialzo dei prezzi potrebbero però interporsi una serie di futuri eventi geopolitici, come il probabile ripristino delle sanzioni contro l’Iran da parte degli Usa. È quanto sostiene una parte degli analisti.
Oro, domanda globale in calo
In base agli ultimi dati pubblicati dal World Gold Council, nel primo trimestre dell’anno è stata registrata una forte contrazione della domanda del metallo giallo da investimento, giù di ben il 27 per cento a quota 287 tonnellate.
Il WCG ha inoltre messo in risalto come le transazioni per gli acquisti di monete e di lingotti siano scese del 15 per cento in termini di volumi.
Cali sostenuti anche per il comparto “gioielleria”, ad iniziare da un -1 per cento su scala globale e con flessioni ancora più sostenute in alcuni dei principali mercati, come ad esempio in India, dove si è registrato un ribasso del 12 per cento. Era da 10 anni che non si segnalava un negativo di tali proporzioni in volumi, anche se gli esperti sottolineano che un fattore preponderante è stato rappresentato dalla debolezza della Rupia.
Positivi invece i dati provenienti dalla Cina, dove la richiesta di gioielli è aumentata del 7 per cento a 188 tonnellate. A sostenere comunque il settore rimangono le riserve auree delle banche centrali che hanno registrato un incremento del 42 per cento, grazie soprattutto a paesi quali Russia e Turchia. Un ultimo dato che spiega questa fase transitoria al ribasso viene dai dati riguardanti l’offerta di oro, aumentata del 3 per cento.
Al momento sui mercati il prezzo del bene rifugio per eccellenza registra un calo dello 0,21 per cento a 1312.53 dollari l’oncia.