HomeMercatiVestager: si paghino le tasse dove si generano i profitti

Vestager: si paghino le tasse dove si generano i profitti

I regimi fiscali speciali non portano salute alle singole economie e, tanto meno, all’insieme economico e finanziario dell’Unione Europea. Questo è quanto è stato affermato dal commissario Ue per la Concorrenza, Margrethe Vestager. L’occasione per fare il punto della situazione è arrivata durante la commissione Affari economici del Parlamento europeo e il commissario ha specificato che gli aiuti fiscali devono essere considerati come una prassi da abbandonare, o meglio come “il modo in cui le tasse sono usate possono costituire aiuti di Stato illegali”.

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Questo è il motivo per il quale l’Europa ha chiesto all’Irlanda di chiedere ad Apple il recupero di 13 miliardi di imposte non versate, perché il concetto di base deve essere chiaro, ovvero le grandi società devono pagare le tasse dove generano guadagni. Le tasse potrebbero, infatti, diventare degli aiuti allo Stato e questo fenomeno non deve verificarsi, perché va contro ogni principio di buona logica economica, sociale e politica.

Il commissario ha quindi valutato la portata della richiesta effettuata da Apple, dichiarando che è difficile farsi restituire un regalo, quindi il processo di recupero dei denari chiederà anni per essere finalizzato. L’auspicio è che prosegua la revisione della legge fiscale, che potrebbe chiudere la possibilità di generare dei paradisi fiscali nel vecchio continente.

Il commissario si è quindi espresso sul tema delle banche, perché anche dal punto di vista creditizio è fondamentale che vi sia uno stato di concorrenza leale in Europa e ha affrontato il nodo della Brexit e la spinosa questione Bayer. Alla luce della fusione fra Bayer e Monsanto che deve ancora essere finalizzata, il mercato europeo sta vivendo un periodo particolare, dove questa tipologia di accordi deve tradursi in prezzi migliori per i consumatori e in un regime di libera concorrenza. Il caso Bayer non è infatti l’unico sul tavolo, perché molte sono le fusioni di alto livello previste entro al fine dell’anno, quali l’accordo fra la società la cinese ChemChina e la svizzera Singenta e fra la DuPont e il gruppo Dow.

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